Codice Civile art. 2500 ter - Trasformazione di società di persone (1).Trasformazione di società di persone (1). [I]. Salvo diversa disposizione del contratto sociale, la trasformazione di società di persone in società di capitali è decisa con il consenso della maggioranza dei soci determinata secondo la parte attribuita a ciascuno negli utili; in ogni caso al socio che non ha concorso alla decisione spetta il diritto di recesso. [II]. Nei casi previsti dal precedente comma il capitale della società risultante dalla trasformazione deve essere determinato sulla base dei valori attuali degli elementi dell'attivo e del passivo e deve risultare da relazione di stima redatta a norma dell'articolo 2343 ovvero dalla documentazione di cui all'articolo 2343-ter ovvero, infine, nel caso di società a responsabilità limitata, dell'articolo 2465. Si applicano altresì, nel caso di società per azioni o in accomandita per azioni, il secondo, terzo e, in quanto compatibile, quarto comma dell'articolo 2343 ovvero, nelle ipotesi di cui al primo e secondo comma dell'articolo 2343-ter, il terzo comma del medesimo articolo (2). (1) V. nota al Capo X. (2) Comma sostituito dall'art. 20, d.l. 24 giugno 2014 n. 91, conv., con modif., in l. 11 agosto 2014, n. 116. Il testo precedente recitava: «Nei casi previsti dal precedente comma il capitale della società risultante dalla trasformazione deve essere determinato sulla base dei valori attuali degli elementi dell'attivo e del passivo e deve risultare da relazione di stima redatta a norma dell'articolo 2343 o, nel caso di società a responsabilità limitata, dell'articolo 2465. Si applicano altresì, nel caso di società per azioni o in accomandita per azioni, il secondo, terzo e, in quanto compatibile, quarto comma dell'articolo 2343». InquadramentoL'articolo in commento disciplina la trasformazione omogenea progressiva da società di persone in società di capitali, manifestando un certo favore per la trasformazione in quanto consente che tale operazione venga decisa non già all'unanimità dei soci (come dovrebbe essere in applicazione delle ordinarie regole che presiedono alla disciplina delle società di persone), ma a maggioranza calcolata secondo la parte attribuita a ciascuno dei soci negli utili (sul punto, Trib. Milano, 13 dicembre 2004, Not., 2005, 374). Il contrappeso alla possibilità di modificare il contratto sociale a maggioranza è costituito dall'attribuzione del diritto di recesso al socio che non abbia concorso alla decisione (Cagnasso 2257). Le maggioranze richiesteCome già detto, la norma derogando al principio dell'unanimità di cui all'art. 2252, la decisione di trasformazione è assunta con il consenso della maggioranza dei soci determinata in relazione alla quota di partecipazione agli utili: si tratta di una maggioranza per quote di interesse (Pasquini 1313). Si ritiene che la regola trovi applicazione anche nel caso di trasformazione di società di persone in altra società di persone (Spena 2258). È comunque salva una diversa disposizione dell'atto costitutivo che imponga la necessaria unanimità dei consensi. Tuttavia, tale deroga non può essere ravvisata nel mero richiamo, contenuto negli statuti di società di persone, all'art. 2252. In particolare, si osserva che in mancanza di indizi interpretativi contrari la clausola meramente riproduttiva dell'art. 2252 (modifica dell'atto costitutivo con il consenso di tutti i soci) non comporta di per sé deroga agli artt. 2500-ter e 2502, per i quali la trasformazione progressiva, la fusione e la scissione (quest'ultima in forza del richiamo contenuto nell'art. 2506-ter) di società di persone possono decidersi con il consenso della maggioranza dei soci calcolata secondo le quote di partecipazione agli utili, salvo il diritto di recesso dei soci non consenzienti (Consiglio Notarile di Milano, massima n. 55). Secondo, invece, una parte della dottrina il richiamo generico al contenuto dell'art. 2252 deve essere considerato, alla stregua del principio di conservazione del contratto, sufficiente a derogare al principio maggioritario di cui alla norma in esame (Pasquini 1318; Comitato Triveneto dei notai, orientamento K.A.20) Quanto alle modalità di adozione della decisione, giova premettere che nelle società di persone non è necessaria l'adozione del metodo assembleare (sul punto, recentemente, Cass. n. 1624/2015; Cass. n. 1361/2011; Trib. Roma, 31 dicembre 2014, Soc., 2015, 1337). Il diritto di recessoIl recesso costituisce il contrappeso della possibilità, introdotta dalla riforma, dell'adozione della decisione a maggioranza e non all'unanimità. Il legislatore, tuttavia, ha omesso di disciplinare i termini e le modalità del recesso, con la conseguenza che è necessario ricostruirne la disciplina. Secondo una parte della dottrina, il diritto di recesso deve essere esercitato secondo i termini e le modalità della società risultante dalla trasformazione (Mosca 131) e ciò viene ad essere giustificato sulla base dell'assunto che il recesso trova concreta attuazione nel momento in cui la società ha già assunto la nuova veste di società di capitali. Secondo altro orientamento, invece, il recesso potrebbe essere esercitato in qualsiasi momento, salvo che i soci, ancorché dissenzienti o assenti, non abbiano assunto un comportamento incompatibile con la volontà di uscire dalla società, ad esempio accettando la quota o le azioni della società risultante e salva la possibilità per gli altri soci di chiedere al giudice la fissazione di un termine (Spena 370). Secondo altro orientamento, infine, i termini e le modalità di recesso dovrebbero essere ricavate dalla disciplina della società che effettua la trasformazione sulla base dei principi generali del contratto (Pasquini 1323). L'esercizio del diritto di recesso del socio dissenziente rispetto alla deliberazione di trasformazione del tipo societario è soggetto al regime statutario proprio della società prima della trasformazione (Trib. Trapani, 21 marzo 2007, Giur. comm., 2009, II, 524). La relazione di stimaIl secondo comma della disposizione in commento è stato modificato dal d.l. n. 91/2014, convertito con modificazioni, in l. n. 116/2014. La norma mira a garantire l'integrità del capitale sociale della società risultante dalla fusione. È, quindi, imposto che la decisione di trasformazione debba essere accompagnata da una relazione di stima, redatta ai sensi dell'art. 2343, per le società per azioni e in accomandita per azioni, e dell'art. 2465, per le società a responsabilità limitata, dalla quale risulti il capitale della società trasformata sulla base dei valori attuali dell'attivo e del passivo. La relazione di stima deve sempre accompagnare la deliberazione di trasformazione di una società di persone in società di capitali, quand'anche non sussistano beni in natura, e tutti i conferimenti siano stati effettuati soltanto in denaro (Trib. Roma, 28 agosto 1999, Giur. romana, 2000, 285: Trib. Napoli, 12 gennaio 1987, Soc., 1987, 73). La relazione di stima non è rinunziabile da parte dei soci, neppure all'unanimità (Tassinari 137, Pasquini, 1326). La dottrina evidenzia che il riferimento ai «valori attuali» implichi che attraverso l'operazione di trasformazione si debba procedere alla rivalutazione dei beni che risultano iscritti al costo (Cagnasso 2258). Una volta eseguita la stima è possibile determinare l'entità del capitale sociale. Qualora questo non raggiungesse il valore minimo del capitale nominale della società di capitali, si rende necessario procedere ad un aumento oneroso di capitale sociale, mediante nuovi conferimenti (Pasquini 1332) Il d.l. n. 91/2014 ha modificato il secondo comma della norma in commento rendendo applicabili nel caso di società per azioni o in accomandita per azioni, il secondo, terzo e, in quanto compatibile, quarto comma dell'articolo 2343 ovvero, nelle ipotesi di cui al primo e secondo comma dell'articolo 2343-ter, il terzo comma del medesimo articolo. Può, così, farsi ricorso ai procedimenti alternativi di stima. BibliografiaCabras, La trasformazione, in Trattato Colombo Portale, 7, Torino, 1997; Cagnasso, in Comm. Cottino, Bonfante, Cagnasso, Montalenti, Bologna, 2004; Corvese, in Comm. Sandulli, Santoro, Torino, 2003; Maltoni, in Commentario del codice civile, a cura di Gabrielli, Delle società - Dell'azienda. Della concorrenza, artt. 2452-2510, a cura di Santosuosso, Torino, 2015; Maltoni, la trasformazione eterogenea in generale, in Maltoni, Tassinari, La trasformazione delle società, Milano, 2011; Monaci, in Comm. Sandulli, Santoro, Torino, 2003; Montagnani, in Comm. Sandulli, Santoro, Torino, 2003; Mosca, in Trasformazione, fusione, scissione, in Comm. Marchetti, Bianchi, Ghezzi, Notari, Milano, 2006; Panzani, in Cagnasso, D'Arrigo, Gallarati, Panzani, Quaranta, Trasformazione Fusione e scissione. Il nuovo diritto societario, a cura di Lo Cascio, Milano, 2012; Pasquini, in Commentario del codice civile, a cura di Gabrielli E., Delle società - Dell'azienda. Della concorrenza, artt. 2452-2510, a cura di Santosuosso, Torino, 2015; Pisani Massamormile, Trasformazione e circolazione dei modelli organizzativi, in Riv. dir. comm. 2009, 79; Restaino, in Comm. Sandulli Santoro, Torino, 2003; Santosuosso, in Comm. Niccolini, Stagno D'Alcontres, Napoli, 2004; Sarale, Le trasformazioni, in Trattato Cottino, V, Padova, 2011; Spena, in Comm. Sandulli, Santoro, Torino, 2003; Spolidoro, La semplificazione, in Atti del convegno, La nuova disciplina delle operazioni straordinarie, Milano, 2004; Tassinari, in Maltoni, Tassinari, La trasformazione della società, Milano, 2011; Vaira, in Comm. Cottino, Bonfante, Cagnasso, Montalenti, II, Bologna, 2004. |